Il Cane Lupo Cecoslovacco è vivace, molto attivo, resistente, apprende con facilità, le sue reazioni sono molto veloci. Impavido e coraggioso. Sospettoso ma non attacca senza un motivo. Particolarmente fedele al padrone. Resistente alle condizioni atmosferiche più avverse ed è universalmente utilizzabile.
……Ecco come viene definito il carattere dallo standard, in pratica, cosa vuol dire?
Il Cane lupo cecoslovacco è impegnativo, molto intelligente, vivace e irruente, perciò non è adatto a tutti. Per capire bene il suo carattere bisogna studiare o almeno informarsi sul suo progenitore – il lupo, visto che ha in eredità i suoi istinti selvatici che in confronto con le altre razze canine addomesticate da decine di anni sono ancora molto forti. E’ un cane socievole, determinato e molto comunicativo e come tale onora istintivamente la gerarchia nel branco – nel nostro caso la famiglia. Nel caso in cui ne venga escluso ne soffre molto e di conseguenza crea problemi – cercando in ogni modo di farne parte. In riferimento alla sua posizione si modella anche il suo comportamento. Essendo determinato, caratteristica necessaria per la sopravvivenza della specie, cerca, crescendo, di assicurarsi la miglior posizione possibile, fino a fare il capobranco, ed è nostro compito – perché il capobranco siamo noi – non farlo trasgredire oltre la sua posizione. Non succede quasi mai, quando i rapporti tra membri della famiglia sono chiari e quando un cane adolescente sente l’autorità del padrone il quale si dedica a lui e gli procura il da farsi. Una volta maturo intorno ai 2-3 anni accetta il fatto irreversibile della sua condizione e in genere non cerca più di migliorarla.
Qual è la sua posizione in famiglia?
Sicuramente inferiore a tutti gli altri membri umani. In cima vi è la “coppia alfa” riferendosi alla coppia umana alla quale spetta il compito dell’educazione, di seguito le altre persone adulte che convivono stabilmente e che possono partecipare anche loro all’educazione visto la loro posizione superiore, poi vengono i bambini, che però non hanno e non devono avere l’autorità degli adulti e bisogna sempre controllarli, sia quando sono, o non sono con il cane. Ed infine il nostro cane. Non ci deve sorprendere vederlo curare i bambini, è normale per un lupo all’interno del suo branco, i cuccioli vengono curati da tutti i membri adulti che partecipano attivamente al loro sviluppo ed educazione.
Come descrive lo standard è sospettoso ma non attacca senza motivo. Questa particolarità ereditata dal suo progenitore il lupo fa sì che per avere un soggetto equilibrato, bisogna socializzarlo bene da cucciolo, già dalla terza settimana d’età. Questo è il motivo per il quale nel paese d’origine viene consegnato già dopo la quinta settimana, a condizione che il cucciolo sia svezzato e riesca a mangiare e bere da solo. Più ambienti, rumori improvvisi, più gente, cani cercando di evitare soggetti instabili o cattivi, situazioni particolari conoscono in questo delicato periodo, meglio è per la loro stabilità mentale futura. L’allevamento di questa razza è per questo motivo più complicato perché non basta curare l’aspetto morfologico ma bisogna anche essere attenti a questo lato selvatico del carattere e rafforzare invece il carattere equilibrato con accoppiamenti studiati attentamente e mirati in questo senso.
Non ci dobbiamo scordare che come animale socievole ha bisogno disperato di contatti, e per questo motivo bisogna cercare di lasciarlo da solo il meno possibile almeno fino ai tre mesi. Dopo, chiaramente per necessità, si abitua, iniziando con poco tempo per volta, a stare da solo, anche se mai troppo a lungo.
La sua educazione deve cominciare subito, appena consegnato al nuovo proprietario. Bisogna lodarlo con voce gioiosa e con voce calma e gentile impedirne i misfatti. Bisogna avere molta pazienza e fermezza, non lasciarsi mai trasportare dalle emozioni negative. Via via che si ripete lo stesso comportamento da noi indesiderato, indurire e poi anche alzare la voce, alzarsi in piedi ecc. visto che nel branco di lupi tante incomprensioni si risolvono con atteggiamenti dominanti, e solo nel caso questi atteggiamenti non fossero sufficienti passare a scrolloni prendendo il cucciolo per la pelle dietro il collo, o, a seconda dei casi, e della gravità della situazione imporsi ancora di più – per esempio un ringhio al proprietario sopra la ciotola – richiede l’umiliazione senza remore girandolo con la pancia in su e trattenerlo fermo un attimo tenendolo per il collo. In ogni caso, è consigliato ripetere nuovamente la situazione critica (per esempio togliergli di nuovo l’osso) e verificare così l’efficacia dell’intervento.
Se il cucciolo si comporta male con un’altro adulto della famiglia la punizione dovrebbe essere eseguita immediatamente dal membro “offeso” della famiglia. Tutte queste correzioni devono seguire immediatamente il misfatto e devono allentarsi ai primi segnali di sottomissione o ai primi guaiti.
Osservandolo, il nuovo proprietario impara a riconoscere un’intera scala di espressioni vocali e comportarsi secondo essi. Un verso molto discutibile è il ringhio. Varia da soggetto a soggetto e il proprietario deve riconoscere il ringhio del gioco, da quello serio d’avviso – che non va assolutamente rivolto a lui. Nel caso succeda, bisogna reagire velocemente, e senza esitazioni umiliarlo – il movimento più adatto è girarlo con la pancia in su. Questi interventi sono necessari per sopprimere il comportamento dominante latente del cucciolo verso il proprietario, che altrimenti se non soppresso, con la crescita tende a rafforzarsi portando il cane a credersi il capobranco con tutti i problemi e pericoli che ne derivano.
Non si arriva a simili momenti critici se si riesce a mantenere l’autorità in un modo naturale. Basta non lasciare crescere il cane in assoluta libertà e trovargli “un lavoro”, qualche attività adatta a “riempire” la sua vita. Anche se nell’addestramento sportivo il cane non viene costretto a far nulla, impara giocando e come lode riceve biscotti, lo stesso è consolidata la posizione dominante del conduttore, perché è il conduttore e mai il cane che decide quando comincia l’addestramento -gioco, quando finisce e che cosa c’è in programma.
Finalmente, anche nella vita quotidiana è importante non dimenticarsi del “ruolo” del capo branco, creare delle regole di rapporto e aver cura di mantenerle.
Per quel che riguarda i bisogni fisiologici, fino almeno ai tre mesi bisogna essere determinati nell’educazione ed avere pazienza. Sarebbe ottimo se si riuscisse ad anticipare le sue necessità corporali prendendo il cucciolo in braccio e uscire di corsa, lodarlo molto subito dopo aver sporcato fuori e premiarlo con un biscotto, bastoncino o quel di che è ghiotto. In questo modo viene fissato il comportamento voluto. Nel caso sporchi in casa, basta sgridarlo con un tono di voce arrabbiato e farlo uscire immediatamente per un attimo. Tutto questo vale solo se possiamo farlo subito dopo averlo colto inflagrante. Sgridarlo dopo essere arrivati a casa dal lavoro dopo chissà quante ore, o dopo aver visto il cucciolo aggirarsi irrequieto nell’ingresso è inutile e stupido e serve solo a rovinare il rapporto cane-proprietario.
Nell’educazione possiamo usare stimoli anche spiacevoli, sempre però sensibilmente e in misura ragionevole. Devono sempre prevalere le cose piacevoli – gioco, ricompense, lodi sulle spiacevoli – correzioni, rimproveri.